Altezza larghezza - due dimensioni: M due dimensioni sono anche il corpo e lo spirito. Roberto Pupi fa opere a tre dimensioni, è quindi scultore? Ma come, si ha un bel dire che non esistono più cose semplici, che si vive nel e per il complesso e poi basta che uno faccia opere a tre dimensioni che subito qualcuno lo chiama scultore! Ma mi faccia il piacere, scultore sarà lei! Avrebbe detto Totò. A dire il vero ai tempi di Totò i pittori dipingevano, gli scultori scolpivano, gli scrittori scrivevano, i fotografi fotografavano, i cantanti cantavano e così via. Tutto tranquillo, tutto in ordine. C'è poco da fare, oggi (veramente da un bel po' di tempo in verità) non è più così. L'arte (la vita? Si) è dispettosa e ti butta all'aria le tue cosine che solo ieri avevi sistemato per benino: si apre la finestra entra un vento feroce e impertinente, e la lettera dell'amata si va a ficcare nel lavandino fra la lattuga da lavare. Niente certezze, miei cari. Tutto si confonde, per fortuna: lo scrittore canta, il cantante recita, e Roberto Pupi non è uno scultore. Oppure si, anche. E' che è proprio la definizione in sé ad essere in coma, forse irreversibile. Le fotografie di Roberto Pupi hanno tre dimensioni, come si diceva all'inizio altezza e larghezza,, ma ne hanno anche una terza la profondità, che stravolge, meglio dire sconvolge, con sollevamenti decisi la tela emulsionata tesa sul telaio. I volti, perché Pupi fotografa molti volti, ma anche i fiori, anche di quelli ne fotografa tanti, si inarcano, prendono prospettive inquiete, si fanno altri.
E' come un'emersione, un'eruzione, dal profondo una forza indiscutibile ed indiscussa solleva i delicati petali di una calla o i cari tratti dolcissimi del volto dei figli (ma anche i volti conosciuti delle star hollywoodiane) per suggerire forse una smorfia, o una frattura, un deterioramento, comunque una trasfigurazione. "La riconoscibilità del ritratto non ha importanza, ha valore l'effetto irradiante; così i lineamenti umani si trasformano in profili montuosi, assumono una dimensione cosmica, diventano parte dell'Universo" scrive di Pupi Patrizia Landi. Ed ecco che torna in ballo anche la doppia dimensione del corpo e dello spirito, ed il corpo, inteso come fisicità, sembra prevalere con l'aggiunta della terza dimensione, ma è solo un'illusione, lo spirito sotto sotto si avvantaggia da quelle emersioni, si fa protagonista nella lettura prospettica che tutto conferma e tutto nega. Anche la serialità di alcune opere ha l'apparenza della ripetizione allucinata ma la sostanza dell'incertezza che prende il comando: più forte è l'insistenza più si radica il dubbio, chi non lo sa? Insomma, allora Roberto Pupi è un fotografo? Ma no, tocca ricominciare da capo: altezza larghezza = due dimensioni. Ma due dimensioni sono anche il corpo e lo spirito. Roberto Pupi fa opere a tre dimensioni, è quindi scultore?...